sabato 5 luglio 2008

Risoluzione dell'enigma numero 1

La risposta corretta alla seconda domanda è arrivata; proviene dallo stesso commentatore...Essendo un’indagatrice bravissima (beh ! un blog si fa anche per dare alla gente la possibilità di conoscerci !!), ho scoperto la sua identità attraverso una rete di contatti che ci è comune (rete che finora – ahimé - non ha fornito molti lettori a questo mio bloggue !).
Questo giovane Ercole (fa pratica di pugilato), oltre al noble art (così si chiamava in Francia il pugilato nei secoli passati, ed era considerato arte nobile esattamente come la veneria, la cavallerizza, la pittura…) prende qualche volta il tempo di informarsi su la pittura neo-classica e sul teatro lirico, rovesciando ironicamente ogni nostro possibile pregiudizio.

Ad onor del vero, ho trovato, nella mia casella di posta personale, altre risposte; alcune corrette (non molto) altre… sventurate. Credevo di essere circondata da lumi (voglio dire che credevo nei studiosi illuminatissimi) ma nei fatti mi ritrovo nel buio !
Beh, non ne parliamo più ! Vedremo con il prossimo enigma, alquanto più difficile… E comunque basta lagnarsi: confesso che la mia situazione non è sempre disperata; mi sono divertita un mondo leggendo alcune risposte. Per castigare l’eccessiva prudenza di tutti quanti hanno voluto rispondermi privatamente – sebbene fossero giustissime le loro conclusioni - traduco e pubblico la risposta di Christophe, pervenuta ieri (mercoledì 25 giugno) alle ore 20.38, in punto:

"Il riferimento a Zaïre, evidentemente, risulta ingannevole, ma interessante in quanto facilita il ritrovamento della persona ritrattata…Giuseppina Grassini. E l’opera si chiama Giuseppina Grassini nel ruolo di Zaïre, dipinto nel 1804 (1805, secondo alcune fonti…)".

Grazioso, no? La risposta è maggiormente interessante in quanto allude alla questione controversa della datazione del quadro, e indirettamente al problema della datazione dell’opera lirica Zaïre, un punto sul quale avevo già previsto di scrivere qualcosa.

E’ arrivato un secondo commento… ma non lo commento (un tenero bacio, però).

La prossima volta... su quale tema scriverò ? Prima di tornare alla mia Elisa (per ora ancora addormentata nelle ombrose valli dell'oblio), devo spargere qualche luce sulle oscure chiarezze del ritratto della Grassini. Mi trovo infatti nella situazione del cantastorie orientale: ho proposto un enigma ed ora, per mero dovere di titolare di questo blog, ve ne devo narrare la storia, e le storie dentro la storia, e forse ancora le storie dentro le storie dentro la storia. Da dove principierò ? Come trovare il bandolo della matassa (non è il caso di dirlo) ?

L’immagine che illustra questa posta ? Rappresenta Arlecchino Incoronando il busto di Voltaire il 30 marzo 1778, ed è una chiara presa in giro dell'evento (vedi versione francese infra). Sotto il disegno, due versi: "E' bello riceverla /Quando la da Arlecchino". Si tratta della corona laurea, evidentemente... ed è, nel contesto del tempo, una dura critica ad un filosofo "nemico della tirannia" che però, presente nel teatro, accetta di facto l'omaggio ambiguo dell'aristocrazia (era presente nella sala il conte d'Artois, giovane fratello del re Luigi 16imo. L'autore dell'incisione (probabilmente eseguita su ordine di un nemico del filosofo) rimase anonimo, probabilmente per non dovere subire le conseguenze della sua pungente ironia (gli amici di Voltaire erano molto potenti). Stampato in molte copie, è anche un documento sul conflitto che per quasi duecento anni oppose i Comédiens Italiens (attori italiani) ai Comédiens Français (attori francesi) nella Parigi dell'Ancien Régime. Siamo nel 1778, e presto questa guerra del trucco contro la maschera finirà nel fragore della Rivoluzione...

Nella mia prossima posta, pubblicherò un'altra incisione sullo stesso tema. (Non fidarsi troppo dei miei “la prossima volta” già che, nel tempo che corre da questa mia promessa alla sua realizzazione possono raccogliere altre idee...).
L’incoronazione simboleggerebbe le mie lode a Christophe? Non esageriamo ! Preannuncia la mia prossima fatica (!) sulla Zaïre di Voltaire. Riparto dal 1732 ma non mi scordo della Vigée-Lebrun e neppure della Grassini… o di Elisa... Devo per forza iniziare da qualcosa. E da sempre le vie trasversali mi sono apparse più felicemente colorate.
Vostra C.

Post-scriptum 1: avete certamente notato le oscure chiarezze… ? E’ un’espressione molto nota ai francofoni che hanno studiato al collegio i testi di Pierre de Corneille, autore teatrale del Seicento. Fa parte di un verso dell’opera intitolata Le Cid (atto 4, scena 3, verso 1273). Vedete nelle sezioni schierate a sinistra, una media-bibliografia dedicata al Cid come personaggio della storia spagnola del medioevo, a Pierre de Corneille e al suo personale Cid nell'originale francese e nella traduzione di Eugenio Montale. Appena potrò, citerò il passo nella traduzione di Montale, sperando di riceverne (e di condividere con voi) la visione ispirata di un’oscura chiarezza che scende dalle stelle.

Post-scriptum 2: l’immagine che illustra la versione francese infra ? Rappresenta l’Incoronazione del busto di Voltaire, alla fine della sesta rappresentazione dell’Irène (e non di Zaïre come si sente dire, oppure si legge) sulla scena del teatro della Comédie Française, il 30 marzo 1778 (Irène è un altro cruente dramma di Voltaire). Incisa nel 1792 (nel periodo delle onoranze funebri che la Rivoluzione rese a Voltaire) è di Charles-Etienne Gaucher, tratta da un disegno di J.M. Moreau (detto "il Giovane") eseguito nel marzo 1778.

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